La pittura russa dell’ultimo periodo zarista
a cura di Angelo Grasso
L’arte russa dell’Ottocento, dopo vari passaggi che l’hanno avvicinata gradualmente all’arte dei paesi occidentale (per l’architettura e la pittura in modo particolare e in misura diversa), ha raggiunto, un livello emulo di quello, prevalente, francese, a cui si ispira, e di quello, non meno importante, delle varie scuole pittoriche italiane e inglesi.
I pittori russi, e quelli slavofoni sotto l’influenza dell’Impero russo, portano nei rispettivi territori il frutto delle esperienze fatte soprattutto in Francia e in Italia.
Anche la classe intellettuale elabora programmi di diffusione delle idee scaturite dai vari movimenti rivoluzionari, che intendono, con mezzi più o meno pacifici, organizzare le masse contro il dispotismo dei re e degli zar per dare dignità sociale alle classi più deboli, meno protette.
In Russia, un gruppo di pittori, sempre più attivo e numeroso, accoglie le istanze della nuova intellighènzia, proponendosi di diffondere presso la gente povera e analfabeta degli sperduti villaggi lo specchio della loro stessa vita, con paesaggi distesi e riccamente colorati, rappresentazioni dei lavori più umili e pesanti, scene in cui traspaiono le angherie di boiardi ingordi e prepotenti e paesaggi profondamente ispirati alla sacralità della natura e a una religiosità intrisa di misticismo tipico della Santa Madre Russia.
Riferimenti più diretti e riconoscibili ci riconducono alla Scuola di Barbizon, a quella di Fontainebleau, a Corot, al Realismo di Courbet e ancora Millet.
Riflessi paralleli si avvertono delle varie scuole italiane a sfondo sociale, intimista e nazional-popolare, come la pittura storica e paesaggistica della scuola di Resina, di Posillipo, dei Macchiaioli e così via.
Tra i pittori della scuola russa, i cosiddetti Ambulanti o Itineranti (PEREDVIJNIKI o PEREDVIŽNIKI) nella quale confluirono anche altri, originari di paesi criconvicini, ricordiamo Repin (famoso il suo quadro I battellieri del Volga)1 e Surikov ( con la Bojarina Morosova)2. Il Realismo pittorico della Russia zarista ha contribuito, con apporti teorici e col mecenatismo di pochi intellettuali lungimiranti, allo svecchiamento dell’apparato burocratico e all’affrancamento dall’opprimente dispotismo clericale.
Il Realismo in pittura, come in scultura, in architettura e in musica, risponde a un forte sentimento di natura patriottica. I suoi riflessi si estendono a tutta l’Europa dell’Ottocento e, in misura diversa, come arma ideologica, alle rivoluzioni del primo Novecento in Russia e in Messico, in modo particolare.
Un’ attenta correlazione tra le vicende sociali e storiche con le vicende che hanno determinato tale corrente pittorica, anche in questo caso confermerà e ci aiuterà a capire che l’arte è sempre stata il prodotto della creatività individuale e, contestualmente, anche un elemento precorritore delle vicende umane.