Artigiani di Napoli: arte, raffinatezza e sensibilità
a cura di Elio Notarbartolo
Nella Napoli storica, intorno ai Decumani, ci sono tantissime strade intestate ai più diversi mestieri che hanno caratterizzato quel tratto di città con le loro botteghe, i loro prodotti, i loro traffici, le loro voci. Tutti conosciamo il Borgo degli Orefici, ma non tutti sanno che l’artigianato orafo è suddiviso in tante sottocategorie: gli argentieri, quelli che fanno cammei, i corallari, quelli che fanno catenine, quelli che fanno gancetti per collane e braccialetti, ecc fino agli scatolinisti quelli che fanno le eleganti scatole a protezione dei gioielli che si consegnano agli acquirenti. Abbiamo incontrato un antico tagliatore di pietre dure- Angelo Lacatena – che ha bottega- negozio in via Santa Chiara. “ “Eh, no, è inutile che scrivete di me perché, tra poco, chiudo bottega e me ne vado in pensione.” questo è l’incipit del Maestro. Lo incalzo a raccontarmi qualcosa del suo mestiere a Napoli. “Ormai siamo rimasti in due o tre, dopo che una parte degli orefici si sono spostati al Tarì di Marcianise.” “ Il Tarì, però, naviga in cattive acque” “Si ma anche il Borgo Orefici se la passa male oggi. Dall’oro molti sono passati all’argento, al rame; ora stanno facendo oggetti in acciaio, in resina…. tanto la gente non compra….” Piano piano, ci siamo infilati in un dialogo sempre più lontano dalla concretezza e dalla materialità. “Io mi son sempre emozionato a contatto con le pietre dure. Non so dirvi, il loro colore, le loro vene…. E’ più di un fatto fisico, è qualcosa che passa sotto pelle. Ecco, non ci crederete, ma la pietra è capace di trasformarti il pensiero. Abbiamo , noi uomini, un rapporto con le pietre forse unico nel cosmo, che porta il pensiero ad allontanarsi dalle cose pratiche e diventare filosofia. Ti inducono stati d’animo e ti spingono alla chiaroveggenza. Vedete, questa ametista che ha attratto la vostra attenzione, non ve ne rendete conto, ha dato una risposta ad un vuoto che vi portavate dentro” “ Capisco, ma voi , allora,state parlando di gemmoterapia?”” Non so, io sono stato ad Aironville nel Sud profondo dell’India, dove ho partecipato alla costruzione di una comunità di tanti artisti. E’ stata una profonda esperienza, e poi sono tornato a Napoli per comporre quella filosofia con il nostro modo di sentire. Bisogna svegliare la sensibilità di tutti. A Napoli ci sono tante sensibilità e tutte molto ricche.” “Perché dite questo?” “ E’ il Vesuvio. Il Vesuvio ha gettato sul nostro territorio tanti cristalli, tanti minerali, tanti metalli, che ci trasmettono una infinità di impulsi: brutali, animali, sensuali, insieme a tanta sensibilità poetica, musicale, artistica. I Napoletani ricevono questi impulsi direttamente dalla nostra terra, sentono, poi, la vicinanza di tante persone fortemente ispirate, ma non riescono ad operare insieme agli altri.. Io l’ho constatato con mio figlio: gli ho trasmesso tutti i segreti di quest’arte d’intaglio, gli ho fatto conoscere tutte le lingue delle gemme, ma lui. ad un certo punto, ha preferito fare il fotografo d’arte e ,ora, sta a Milano a valorizzare ,con gli scatti, l’oggettistica di Prada.” “Ah, Prada, è quello che, di punto in bianco, ha lasciato i pellettieri di Napoli che ora stanno quasi alla disperazione.” “Prada, Vuitton, Armani, Fendi, tutti questi grandi nomi, apprezzano molto l’artigianato di Napoli, ma poi fanno loro il prezzo. Dite ai pellettieri e agli altri artigiani: il prezzo lo devono fare loro, non i committenti. Se no, lavorano e si trovano poveri e pazzi. Hanno voglia di dire; il Vesuvio e i suoi minerali ci hanno resi ricchi di fantasia e di ispirazione. Siamo unici nella nostra molteplicità, ma, isolati come vogliamo rimanere l’uno dall’altro, rimarremo sempre a bocca asciutta.” Parole di Angelo Lacatena maestro napoletano di taglio di pietre dure. Patrimonio di Napoli. Patrimonio dell’Umanità.