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La “Cripta Neapolitana” e lo sviluppo turistico


C’è un monumento assolutamente dimenticato in questa nostra Napoli delle Meraviglie, che aggiungerebbe una nuova preziosissima perla alla magnifica collana che rende incomparabile l’immagine mondiale di Partenope. Esso sarebbe ragione del richiamo a Napoli di tanti turisti che già hanno fatto permanenza nella nostra città e che, se restaurato a dovere, riattizzerebbe lo splendore di un grande giacimento culturale, mitico, storico, naturalistico e paesaggistico quali sono i Campi Flegrei, contigui, ma oggi separati dalla nostra incredibile città. Parlo della “Cripta Neapolitana” la vecchia arteria scavata nel tufo della collina di Posillipo che ha inizio dietro la chiesa di S. Maria di Piedigrotta, in corrispondenza della tomba di Virgilio e di quella di Leopardi. Era la via che collegava Napoli con Pozzuoli e Baia, in alternativa alla via “per colles”, la via Antiniana che partendo dalle mura della città raggiungeva Pozzuoli toccando Soccavo e Pianura e il Vomero. E’ lunga meno di 2 chilometri, è larga più di 4 metri e alta oltre 5 metri. Prendeva aria da pozzi, sempre scavati nel tufo, e accorciava la strada da percorrere di parecchi chilometri. Secondo le leggende medioevali, essa era stata realizzata dal poeta Virgilio, mantovano di nascita, ma mago e protettore di Napoli. In realtà, essa fu realizzata da Lucio Coccio Aucto, un liberto che, molto pratico di escavazioni nel tufo, realizzò anche altre opere simili nel territorio flegreo, scavando il grosso ambulacro sotto l’acropoli di Cuma e la grotta di collegamento tra il lago d’Averno e Cuma che fino ai tempi nostri, fu scambiata per l’antro della Sibilla Cumana. Questa strada sotterranea fu restaurata al tempo di re Alfonso d’Aragona nel 1455, e, di nuovo, dal vicerè don Pedro di Toledo nel 1548 che voleva, in tutti i modi, ripopolare i Campi Flegrei dopo l’improvvisa nascita del Monte Nuovo avvenuta nel 1538 che aveva spaventato l’intero territorio. Ricordo queste cose per dire che un’opera di restauro e di messa in sicurezza non è la fine del mondo con i mezzi tecnici che abbiamo a disposizione. Varrebbe la pena che qualche candidato la mettesse nell’elenco delle cose da fare per lo sviluppo del turismo e della cultura. Un cammino sotterraneo affascinante per uscire alla luce delle “amoenitateo” di un territorio stupefacente e anch’esso da rivalutare. L’acropoli di Pozzuoli, i suoi anfiteatri, la Solfatara, i sepolcri della via Campana, le sorgenti termali, il lago d’Averno, Cuma, il castello aragonese, la Baia dei Cesari, la piscina Mirabile e i miti della palude stigia e dell’ingresso all’Ade delle anime dei defunti, sono richiami di irresistibile fascino . Sottolineare la contiguità di Napoli e dei Campi Flegrei, sottolinearne la comune origine mitico-storica farebbe riecheggiare e rivelare, in tutto il mondo, il fascino del misterioso canto delle Sirene che nei millenni, ha sempre ammaliato le nostre rive. Ripeto: c’è un uomo politico che vuole mettere questa visione nel suo programma politico?

enne


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