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La pittura murale nel Messico della rivoluzione


a cura di Angelo Grasso

L’arte nello Stato messicano si manifesta sin dall’origine con elementi propri delle culture indigene e influssi della cultura europea trasmessa dai colonizzatori. Limitatamente al periodo della rivoluzione messicana, a partire dal 1910 fino agli anni 30, si è avuto un tipo di pittura che è servita sia come elemento decorativo di edifici pubblici rappresentivi, che come programma ideologico perseguito dai promotori della rivoluzione. In precedenza, ma dopo l’indipendenza del Messico dalla Spagna nel 1821, si ebbe un periodo di turbolenza, dovuta al susseguirsi di vari governi dittatoriali. Questa instabilità sociale ha portato poi alla Rivoluzione messicana vera e propria del 1910, che ha accentuato gli scontri tra contadini e latifondisti. Anche le idee più progressiste promosse da Francisco Madero, un liberale idealista che aveva recepito le istanze del pensiero socialista europeo, si sono scontrate con una realtà sociale troppo conservatrice. I famosi rivoluzionari Pancho Villa, Orozco, Zapata e altri finirono per scontrarsi tra loro ed eliminarsi a vicenda senza raggiungere gli scopi prefissi. Lo stesso Madero venne ucciso insieme ad un suo fratello, cosicché la rivoluzione non riuscì a eliminare le disuguaglianze sociali che l’avevavo generata. Gli artisti Diego Rivera, Orozco, Tamayo, Siqueiros e Frida Kalho hanno partecipato ai movimenti rivoluzionari del tempo con un tipo di pittura murale che doveva servire a educare la popolazione e promuovere il cambiamento sociale. Questa pittura eclettica fu influenzata sia dalle nuove avanguardie europee, sia dalle forme d’arte tradizionali e decorative dei popoli pre-colombiani del Messico (Maya, Aztechi, Toltechi, Olmechi, Zapotechi). I colori dei loro murales, ma anche quelli dei rilievi dipinti e dei mosaici, risentono di questo lungo contatto con popolazioni autoctone. Il preziosismo dei colori e la complessità delle decorazioni derivano da suggestioni di natura quasi onirica e da un perfezionismo intellettualistico ispirato al decorativismo europeo di fine Ottocento. Non meno importanti risultano gli influssi della tradizione decorativa dell’arte sacra, promossa dagli ordini religiosi. I muralisti sono stati quasi tutti in contatto con la produzione artistica di inizio secolo in Europa, ad esempio Rivera ha perseguito un programma ispirato all’ideologia marxista, con una pittura di carattere popolare e con una tecnica solo apparentemente spontanea ma in realtà retorica, con composizioni di forte impatto visivo con valore più decorativo che contenutistico, rivolto soprattutto alle masse non istruite. Questo potrebbe valere anche per gli altri pittori del gruppo. Per quanto riguarda Orozco e Tamayo, essi hanno preso spunto da alcune forme di pittura azteca e da opere di pittori di avanguardia europei (Klee, Picasso, espressionisti, etc.). Opere dei pittori della Rivoluzione si trovano in musei a loro dedicati sparsi per il Messico centromeridionale. Più specificamente i musei dove si trovano le opere dei pittori qui menzionati si trovano a Città del Messico, insieme a tante altre opere di periodi diversi e di provenienza locale ed europea. La pittura murale non è rimasta confinata in Messico ma ha ispirato l’attività di artisti in varie parti del mondo, anche nella più recente variante dei graffiti nei Paesi del Centro Sud America e nell’Europa occidentale.

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