Un emerito Papa del Medioevo
La non più tanto recente abdicazione di papa Benedetto XVI dal soglio pontificio ha reso familiare , a cattolici e non, questo termine, "emerito”, che, da oltre 600 anni, non si udiva nel mondo ecclesiastico. E’ sembrata anomala a molti la elezione di un nuovo papa in presenza di un altro papa non deceduto. “Emerito” è stato chiamato il papa che ha abdicato e, comunque, “strana” è apparsa, sulle prime, la posizione ecclesiastica dell’ex papa. Non è successo solo tre anni fa, all’epoca dell’elezione di papa Francesco, è successo anche in passato, come già Dante Alighieri ci ha testimoniato, con l’abdicazione di papa CelestinoV, il santo eremita Pietro da Morrone, che “fece il gran rifiuto” alla fine del secolo XIII e venne a rifugiarsi a Napoli dopo aver vissuto , per poco tempo, i fasti e i nefasti della corte papalina a Roma. Anche Celestino V è stato un papa emerito e Napoli gli ha voluto rendere un meritato omaggio, dedicando a lui la chiesa gotica di S. Pietro a Maiella ( Maiella è il luogo del suo eremo, dal quale era stato chiamato al soglio pontificio). Se CelestinoV è stato celebrato come santo, ancora controversi sono i giudizi su Baldassarre Cossa, elevato al soglio pontificio nel 1410, col nome di Giovanni XXIII. Giovanni XXIII? Ma non è il nome che ha preso l’amato cardinale di Venezia Roncalli, il papa dell’Evo contemporaneo meno di 40 anni fa? No, è un altro personaggio, nato vicino Napoli, precisamente ad Ischia , in una famiglia che vantava il feudo di Ischia, Vivara e Procida dal 1367. Per la verità, era più uomo d’armi che di chiesa, come Marino, il padre, e Michele che, dopo del padre, assunse il feudo di Procida. Gli storici di allora ci raccontano che era un “pirata”! Era sicuramente uomo di mare, e “pirata” poteva significare qualcosa come “ corsaro”, capitano che va a caccia di imbarcazioni nemiche per depredarle e vendere i prigionieri come schiavi, senza, però, arrivare al punto di fare razzie di villaggi e abitanti per andarli a vendere sulla piazza di Tunisi. Nel 1409, lo troviamo ancora a Ischia a tenere il governo delle anime degli isolani. Certo, non godette di buona fama, ma, da uomo d’armi, seppe fare rispettare i territorio del papa e riconquistare a lui città importanti come Forlì, Assisi, Roma e Bologna che si erano rivoltate contro papa Bonifacio IX. Uomo pratico, vide riconosciuta queste capacità guerresche con il titolo di cardinale diacono, cioè senza particolari iniziazioni ecclesiastiche e, con questo titolo, andò a gestire la città di Bologna. Ancora oggi, però, Bologna ricorda la gestione di Baldassarre Cossa: un vero e proprio predone! La chiesa più importante di Bologna, San Petronio, è rimasta priva dei rivestimenti marmorei che erano già stati progettati e finanziati e rimase con tutto l’esterno in mattoni , perché il Cossa fece scomparire , tra gli altri, i soldi stanziati per gli abbellimenti esterni: ancora oggi, dal 1405, la vedete rossa per i mattorni, per la vergogna e per la rabbia. In quel tempo c’erano, contemporaneamente, due papi uno eletto dai cardinali di Avignone e Limoges, Benedetto XIII, e uno eletto dai cardinali italiani , tedeschi e inglesi Gregorio XIII ufficialmente riconosciuto dalla chiesa romana. Il nostro cardinal diacono si era speso per il superamento di questo scisma e si era dato da fare per la elezione di ben due papi romani A un certo punto , gli venne voglia di fare direttamente lui il papa. Le solite male lingue raccontarono che fu lui a mandare dal papa Alessandro V, di recente eletto, (che dimorava a Bologna perché Roma era stata occupata dal re di Napoli, Ladislao), un dottore con un clistere avvelenato. Morto Alessandro V ( 1410), Baldassarre, in quattro e quattr’otto, si fece dare tutti i titoli ecclesiastici del caso e si fece eleggere, stesso a Bologna, papa: era diventato Giovanni XXIII! Perché? Perché i papi vigenti, pur invitati a dimettersi dal Concilio riunito a Pisa nel 1409 , non si erano dimessi! I re e l’imperatore Sigismondo pressavano il mondo ecclesiastico perché si raggiungesse un punto di accordo e fu convocato il concilio di Costanza in continuazione di quello di Pisa, che doveva confermare la nomina di Le cose, però, si misero male per lui e per gli altri due papi, tanto che il Cossa subodorò la mala parata ( Costanza era nel territorio dell’imperatore) e preferì allontanarsi dal concilio per non essere arrestato. Era il 1414. Dovette, però, tornare a Costanza dove fu arrestato e tenuto prigioniero dall’Imperatore 3 anni. L’imperatore fece dichiarare decaduto anche Giovanni XXIII, addirittura lo fece dichiarare antipapa. Il concilio, dopo ulteriori due anni di stanchi dibattiti, era il 1417, nominò papa un laico cioè una persona esterna ai gradi ecclesiastici che fu immediatamente nominato cardinale e papa prese il nome di Martino V. Il Cossa dovette nascondersi e scomparire del tutto. Colpo di scena: 23 giugno 1419 .Martino V passa per Firenze con la sua corte. All’improvviso compare il Cossa che si getta ai piedi del papa implorando perdono. Che fa Martino V? Lo solleva da terra, lo abbraccia e lo rinomina cardinale concedendogli il privilegio di sedere accanto a lui nei concilii, con uno scranno più alto di quelli di tutti gli altri cardinali.! E’ diventato papa emerito, da antipapa che era, e contro al sentenza ecclesiastica pronunciata contro di lui nel 1417! Tra i medaglioni con le effigi dei papi, esposti nella chiesa di S.Paolo fuori le Mura figura ancora quello di Baldassarre Cossa, quale papa Giovanni XXIII. Nel battistero di S. Giovanni a Firenze, Donatello, su commissione di Cosimo dei Medici, eleva il monumento funebre di Baldassarre Cossa , cardinale, papa, antipapa, papa emerito della chiesa cattolica romana.
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