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Accesso al credito: come la crisi e le leggi hanno cambiato i confidi


Si è concluso con grande successo di partecipazioni ed interessanti riflessioni sui cambiamenti

nell’economia, l’undicesimo evento nazionale dei Confidi, organizzato da Res Consulting Group a Firenze

Oltre trecento tra operatori e mediatori finanziari hanno preso parte a “Confires eleven” il convegno nazionale organizzato da Res Group Consulting a Firenze, animando il delicato e complesso discorso sul credito alle imprese.

Il posizionamento delle banche e degli altri soggetti della filiera del credito, gli adempimenti da fare, le trasformazioni e i nuovi modelli di business hanno mostrato quanto il confidi, oggi, si sia trasformato da garante ad intermediario finanziario. Gli stakeholders hanno fatto il punto sulle leggi e sulle normative che riguardano un settore in costante evoluzione e che, dopo dieci anni di crisi, è cambiato evolvendosi in modo sostanziale. Quasi una mutazione genetica, rispetto agli esordi, perché a cambiare è stato il mondo stesso sotto la pressione degli sconvolgimenti economici e politici degli ultimi tempi.

Gianluca Puccinelli, Presidente del consiglio di amministrazione di Res Consulting Group, ha ricordato che: "Confires è un evento annuale che all'inizio riuniva tutti i confidi italiani, sia grandi che piccoli e che oggi si è mano a mano allargato a banche, mediatori creditizi, agenti di attività finanziarie e finanziarie. Il ruolo di questi operatori è essenziale perché i confidi sono i mediatori che si interpongono tra le banche e le piccole imprese svolgendo un ruolo che nessun altro operatore del comparto finanziario svolge".

"I confidi stanno cercando di riscoprire se stessi anche alla luce della legge delega che ha riformato il settore e ora devono andare oltre il ruolo di mero garante estendendo la propria missione anche ad attività contigue nell'intermediazione finanziaria per sostenere le imprese a loro associate", aggiunge Lorenzo Gai, docente di tecnica bancaria all'Università di Firenze.

Saverio Tani, coordinatore di Assoconfidi, che riunisce le sette federazioni che rappresentano tutti i confidi italiani, ha sottolineato come la selezione naturale dovuta alla crisi e alle leggi aggiornate di continuo sia una garanzia di qualità: "abbiamo cambiato pelle: i trentanove confidi maggiori sono confidi vigilati e hanno una vigilanza equivalente a quella delle banche per cui devono mantenere uno status organizzativo molto solido. Rispetto a un panorama che dieci anni fa vedeva oltre mille confidi operativi è chiaro che il mondo è cambiato: la crisi ha fatto selezione ma ha anche creato soggetti più forti".

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