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LIBRI: Camorra e mafia come fenomenologia del Potere "Fatti di camorra" Giancarlo Siani -


Egregio Roberto Saviano, mi rivolgo a Lei quale profondo conoscitore di fatti di camorra, per avere una Sua opinione su qualcosa che stiamo vivendo tra la forte inquietudine di molti, il timore sommerso da facciate di indifferenza di moltissimi, le manifestazioni di imbecillità sonora di alcuni, e la connivenza ignara di altri. Ecco, su quest'ultimo aspetto mi preme avere un Suo giudizio, Nel 1985 veniva ucciso, in piazza Leonardo, un giovane cronista, del quale il recentissimo libro "Fatti di Camorra", pubblicato dalla casa editrice IOD srl di Casalnuovo raccoglie gli articoli. A rileggerli tutti insieme, trai la plastica visione di una guerra combattuta alla garibaldina, in condizione di enorme sproporzione di forze, come quelli delle Termopoli, in attesa che"arrivino i nostri". A piazza Leonardo, invece, arrivarono " i loro", però il mondo degli "osservatori imbelli" ebbe un sobbalzo. Siani non era completamente solo, e il libro ha anche il merito di ricordare altri protagonisti positivi di Napoli come il sociologo Carlo Petrella e il prof. Lamberti che divenne ,per un certo tempo, anche presidente della Provincia di Napoli, oltre alla sempre encomiabile azione di carabinieri e forze dell'Ordine.. Insieme, ma in trincee diverse da quelle del giornalismo.essi combattevano una identica battaglia in nome della civiltà, dei diritti civili e della pace sociale. In mesi recenti, abbiamo dovuto assistere, a Napoli e non solo, a fenomeni macroscopici di diserzione da queste trincee e sono stati scoperti sempre più numerosi legami tra delinquenza organizzata e livelli elevati della pubblica amministrazione - vedi i fatti di Roma e oltre- dove la classe media italiana, dopo aver perpetrato silenzi, defezioni, tradimenti e quant'altro con l'estesa connivenza col mondo della droga ( fino ad arrivare agli estremi fenomeni di suicidio economico e addirittura fisico), è di fatto, neutrale e sarcastica, ad osservare le sconfitte dello Stato. Di fronte al richiamo morale che la raccolta degli articoli di Giancarlo Siani rivolge specialmente alla categoria dei giornalisti, suscita particolare ripulsa constatare la generalizzata astensione di tante firme sulla maggiore testata giornalistica di Napoli dai fatti concreti della vita della città. Addirittura sembra scandaloso che tale testata accolga, nella più marcata indifferenza, articoli assolutamente scritti in assenza di documentazione diretta,subito smentiti con clamore da altre fonti di informazione, redatti al solo evidentissimo scopo di far danno a qualcosa o a qualcuno- specie se questo qualcosa o qualcuno è portatore/trice di valori positivi per la società. Mi chiedo, egregio dott. Saviano, se fatti come questi: -mettersi a disposizione di falsi giornalisti- scrivere articoli assolutamente senza conoscere i fatti che si raccontano cercando, quindi , non di informare, ma di danneggiare-,si configura, o no, come una forma sottile di di camorra? Il direttore che pubblica tale tipo di articoli senza reagire anche quando è informato della loro falsità, è un soggetto attivo, oppure passivo, di influenze, è un mandante o un semplice connivente? E l'Ordine dei Giornalisti che assiste, con la massima indifferenza ,ad ogni forma di disinformazione interessata, è malato di sola apatia o è corresponsabile dei tanti fenomeni degenerativi di una professione che ha sempre saputo dare, in altra epoca, testimonianza di altissima responsabilità? E', o no, anche questa, una forma di sottile camorra, se il risultato finale di questa "indifferenza" è spingere persone ed istituzioni dalla società civile alla "società dei più forti"? La camorra è sempre fenomenologia di potere ,oltre che fenomenologia criminale! eNNe


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