Premio Letterario Elsa Morante Ragazzi 2017: Vedi Napoli e poi muori
a cura di Teresa Triscari
Io Napoli la vedo ogni anno in occasione del Premo Letterario Elsa Morante della cui giuria mi onoro di far parte. Ed è sempre un tuffo al cuore.
Ed é proprio Elsa a condurmi per le sue “strade e straduzze”, per i suoi vicoli inerpicati, attraverso la bellezza quasi primordiale delle sue isole, in mezzo ai suoi fiori, tra odori “selvatici e carezzevoli” ma, soprattutto, tra i suoi guaglioni e guaglioncelli, tra i suoi “pischelli”, con tutta quella semantica dei linguaggi, tipicamente morantiana, che si srotola di continuo e di continuo ti sorprende e ti prende; in tutta quella serie di lessemi e fonemi intorno alla tematica dell´essere giovani. Per incidens, Pasolini, per primo, aveva usato il termine “pischello” in “ Ragazzi di vita”. Ma il “pischello” di Elsa ha un sapore diverso. E´ un qualcosa….un gusto, direi, che si coniuga con la natura, con i suoi scogli, con quelle asperità porose della loro superficie che sembrano trattenerti e, invece, per magia, senti il richiamo di quel mare intenso, verdissimo, nel quale ti tuffi, ci tuffiamo tutti, insieme ad Arturo, in una danza dei ricordi e del mito. Un canto di sirene, una malia in quell´acqua e da
quell´acqua.
Si è sempre giovani con Elsa, anche oggi che “l´isola di Arturo” compie 60 anni! Il sessantennale della sua pubblicazione, un successo ed un primato, il primato dei primati. Con quel libro la Morante ottenne il Premio Strega. Era il 1957 ed era la prima donna a raggiungere
quell´ambitissimo traguardo. Non solo, quell´anno ricorreva il decennale della fondazione dello Strega e la visibilità, anche all´estero, fu grandissima! Una data importante, una pietra miliare, una tappa per la donna. Altre donne poi – poche, a dire il vero! – conquistarono lo Strega, e, tra queste, Dacia Maraini, la Presidente del Premio Morante, svetta tra tutte.
Una femminista per antonomasia Elsa, poliedrica e complessa, forse anche un po´ eccentrica. Una donna che, oltre la scrittura, amava il cinema, la musica, la pittura, le traduzioni, le problematiche sociali e ambientali….. i gatti, e non solo!
Elsa che, nel 1961, vestì i panni della detenuta nel film “Accattone” di Pier Paolo Pasolini. Elsa che amava i ragazzi difficili, che non aveva prevenzione nei riguardi degli omosessuali. Elsa che, con la sua personalità composita e irrequieta, spaziava anche nel campo della problematica dei disadattati e degli emarginati. Certamente una cittadina del mondo, una personalità internazionale, cultrice di letterature straniere, in particolare di Katherine Mansfield che tradusse in maniera egregia. E, soprattutto, una donna che precorreva i tempi.
Ed è questo suo spirito poliedrico e appassionato che anche quest´anno abbiamo voluto esaltare nell´ambito della sezione Ragazzi del Premio a lei dedicato creando assonanze e consonanze tra i premiati. Ne è emerso un filo sottilissimo oscillante tra i premiati, un filo che si snodava in un dialogo sotteso a più voci, che legava e collegava i premiati. Un dialogo intenso tra tutti i ragazzi difficili presenti nella terna dei premiati, da Giovanni Floris, a Philip Schultz, a Simona Dolce.
Simona Dolce, nel suo libro “La mia vita all´ombra del mare”, traccia la storia dei ragazzi di don Pino Puglisi creando, in modo del tutto fortuito, un ponte di dialogo tra Napoli e Palermo dove oggi, proprio oggi, 25 di maggio, mentre qua a Napoli celebriamo la XXXI edizione del Premio, a Palermo, al Foro Italico, altri ragazzi – una folla !-- ricordano la beatificazione di don Puglisi, avvenuta nel 2013, esattamente il 25 di maggio, come oggi, data del Premio. Ma quei ragazzi, quei picciotti, ricordano anche l´80° anniversario della nascita di don Puglisi , che ricorre pure quest´anno (il 15 di settembre) e che corrisponde poi anche alla data della sua morte sentenziata dalla mafia proprio per il suo compleanno, il 56°, lí, di fronte la porta di casa sua: “Buon compleanno, don Puglisi” - gli disse il mandante e, immediatamente dopo, il regalo: uno sparo dritto alla nuca.
Buon compleanno, don Puglisi; buon compleanno a questo martire che ci è molto vicino per ideali, per generosità, per dolcezza (morì con il sorriso sulle labbra).
Un ponte di dialogo con Palermo che si appresta, anche, ad essere capitale italiana della Cultura 2018.
Ma un ponte di dialogo anche con il mondo d´oltre Oceano , con l´America, con Philip Schultz, autore del libro “La mia dislessia” , un racconto carico di significati e significanti sul problema della dislessia di cui l´autore scopre, solo in tarda etá, quando è già uno scrittore e un poeta affermato, di esserne stato affetto da bambino. Un libro tradotto in modo esemplare, in forma leggera e scorrevolissima, da Paola Splendore, saggista e studiosa di letterature comparate.
“Tradurre un libro - dice Claudio Magris - significa scriverne un altro”. All´estero le presentazioni dei suoi libri avevano sempre lo stesso esordio:”Questo l´ho scritto io – diceva Claudio mostrando il suo libro – questo l´abbiamo scritto insieme” diceva mostrando quello tradotto e indicando il traduttore.
E Paola Splendore ha saputo farlo veramente. Mi chiedo quale sia il limite tra scrivere e tradurre.
E, poi, il super vincitore, Giovanni Floris (“Alé”!) con il suo libro “Quella notte sono io”, una narrazione intensa sulla responsabilità che abbiamo nei confronti del nostro futuro, sul dovere di riconoscere il diritto di essere diversi e sulla necessità di stabilire da che parte stare: essere o non essere,….questo è il dilemma. Ma il dilemma sarebbe anche quello delle citazioni presenti nel libro che, alla fine, Floris ci riassume alla rinfusa; eppure anche qua c´è un filo conduttore, e forse lo si potrebbe riagganciare tra Thomas Mann de “Le teste scambiate” e “Cosí parlo´ Zarathustra” di Friedrich Nietzsche. Ma potrebbero esserci altri fili. Una cabala di significati che anche tu, lettore, potresti riproporre alla rinfusa.
E poi i Premi Speciali che, quest´anno, sono ben quattro: Premio Speciale Elsa Morante Nisida – Roberto Dinacci che è stato assegnato a Salvatore Esposito con il suo libro Non volevo diventare un boss che si avvale della presentazione di Roberto Saviano; Premio Speciale Elsa Morante Ragazzi “Contro le mafie” in collaborazione col Collegamento Campano contro le Camorre che è andato a un libro che raccoglie gli scritti giornalistici di Giancarlo Siani, il giornalista ucciso dalla camorra nel 1985, titolato Fatti di camorra ,che è stato ritirato dal fratello Paolo; Premio Speciale Elsa Morante Ragazzi “Il mondo salvato dai Ragazzini” che è stato assegnato a Gualtiero Peirce e Beppe Attene per il docufilm Almeno credo; e, infine, il Premio Speciale “Amici del Premio Elsa Morante” in collaborazione con il Comitato di Imprenditori che hanno partecipato alla realizzazione del Premio, presieduto da Norberto Salza, che è stato assegnato ad Anton Emilio Krogh per il suo libro Come me non c´è nessuno.
“Vedi Napoli e poi muori”, lo ripeterei all´infinito perché è sempre, veramente, un tuffo al cuore rivedere Napoli, quel suo golfo magico, avvolgente e ammaliante, che sembra entrare in città.
Adesso mi sto allontanando da questa sinfonia di linguaggi e sto ritornando al mio essere, ai miei luoghi, ma la poesia di Napoli, anche sotto la pioggia di oggi, si coniuga, e forse ancor ancor più, agli odori “selvatici e carezzevoli” di Elsa, ai suoi vicoli, alle sue straduzze, ai suoi scugnizzi, belli e protervi, che vien voglia di rincorrere e di baciarseli uno ad uno.
Rivedrò Napoli il 16 di Novembre, in occasione della sezione del Premio Elsa Morante dedicata ai grandi scrittori e nota anche per aver premiato nomi eccelsi sia italiani che stranieri come Claudio Magris e Ryszard Kapušciňski, solo per fare un esempio.
La giuria è sempre particolarmente attenta alla valutazione dei nomi in concorso in quanto è presieduta da una scrittrice di fama internazionale della levatura di Dacia Maraini ed è diretta da Tjuna Notarbartolo, nota per i suoi saggi di critica letteraria e per le sue accattivanti opere di narrativa. Gli altri membri della Giuria sono tutti autorevoli esponenti del mondo della cultura: Silvia Calandrelli (direttore Rai Cultura), Francesco Cevasco (Corriere della Sera) , Enzo Colimoro (giornalista), Maurizio Costanzo (giornalista, autore televisivo) Roberto Faenza (regista), Monica Maggioni (Direttrice di TV Cultura), David Morante (diplomatico, nipote di Elsa Morante), Gianna Nannini (cantautrice, musicista) Paolo Ruffini (giornalista, Direttore di Tv 2000), Tjuna Notarbartlo (scrittrice e giornalista), Teresa Triscari (diplomazia culturale, critico letterario).
Il Premio si avvale dell´ organizzazione dell´Associazione Culturale Premio Elsa Morante onlus; è coordinato da Iki Notarbartolo; con la regia, nel campo della comunicazione, di Gilda Notarbartolo..
A presto, Napoli!